Dentro l’opera: il “Baccanale degli Andrii” di Tiziano

di Laura Corchia

“Chi beve e non ribeve
non sa cosa sia bere”

(Adrian Willaert)

Un rigoglioso paesaggio accoglie una moltitudine di figure variamente atteggiate. Sullo sfondo, un cielo azzurro intenso solcato da nubi che lasciano presagire un’improvvisa pioggia. Il Baccanale degli Andrii fu eseguito tra il 1523 e il 1524 da Tiziano per per la Sala dei Baccanali nei Camerini d’alabastro di Alfonso I d’Este, dopo la Festa degli amorini (1518-1519) e il Bacco e Arianna (1520-1523).

Tiziano, Baccanale degli Andrii, 1523-24
Tiziano, Baccanale degli Andrii, 1523-24

Come per gli altri dipinti del ciclo ferrarese, Tiziano dovette attenersi al passo delle Immagini di Filostrato che descrive l’arrivo di Dioniso sull’isola di Andros, dove è atteso dagli abitanti ebbri di vino. Durante il festino, l’acqua del torrente si trasforma in vino, e gli abitanti si abbandonano ai piaceri dei cibi, della danza e della musica. L’attenzione è catturata dal bellissimo corpo della ninfa-baccante in primo piano, sensualmente immersa nel sonno. Essa, scrisse Vasari, “è tanto bella che par viva”. Si tratta di una citazione colta dell’Arianna dormiente, col gomito destro alzato e il braccio piegato dietro la testa, una convenzione per rappresentare il sonno. Il putto posto nelle sue vicinanze, scrive Vasari, “piscia in un fiume e si vede nell’acqua”. La figura al centro della scena del giovane baccante adagiato accanto alla fanciulla che alza una coppa è tratta da un cartone disegnato da Michelangelo per la Battaglia di Cascina.

FotorCreated
Confronto con il cartone di Michelangelo

Altre figure interessanti sono la ballerina in tunica bianca e la ragazza con il vestito rosso, dalle simili fattezze che, a loro volta, rimandano alla Violante, la donna amata da Tiziano e ritratta in più occasioni. Le violette che la figura femminile al centro tiene tra i capelli potrebbero essere un’allusione al nome Violante che, secondo la tradizione, sarebbe proprio la figlia di Palma il Vecchio.

Leggi anche  Il Beato Angelico: la sacra luce della pittura
Confronto con la Violante
Confronto con la Violante

Al centro del dipinto, uno spartito musicale rimanda al pensiero dionisiaco. Vi si legge: “Chi beve e non ribeve non sa cosa sia bere”. Ma il vero messaggio dell’opera si cela forse nella figura dell’uomo anziano disteso in cima alla collina, simbolo della caducità dell’idillio pastorale.

Tiziano,_Bacchanal_of_the_Andrians_11

Nel 1782 Joshua Reynolds ammirò il Baccanale e ad esso dedicò delle entusiastiche parole: “È a Tiziano che bisogna rivolgere i nostri occhi per scoprire nel colore, nella luce, nelle ombre l’eccellenza ad altissimo livello. Egli è stato il primo e insieme il più grande maestro in tale arte. Il suo principale eccellere sta nella maniera o nel linguaggio, come si voglia dire, in cui Tiziano e quelli della sua scuola si esprimono. La maniera, in pittura, è in realtà ciò che è il linguaggio in poesia […]. Come è stato detto per Virgilio che persino allo spargere il letame sulla terra riesce a dare un tono di dignità, altrettanto si può dire per Tiziano. Qualsiasi cosa egli tocchi, per quanto insignificante o familiare, per una sorta di magia essa viene investita di grandezza e importanza”.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi anche  Erich Fried: "Pensarti". Con una fotografia di Elliott Erwitt