Berthe Morisot: una pittrice alla corte degli impressionisti

di Laura Corchia

“Soltanto una donna ebbe la capacità di creare uno stile, e quella donna fu Berthe Morisot. I suoi quadri sono le uniche opere che non potrebbero essere distrutte senza creare un vuoto, uno iato nella Storia dell’Arte”.

(George Moore)

Meno conosciuta dei suoi colleghi uomini, ma in certe opere più geniale e sensibile di loro, Berthe Morisot è ricordata più come modella di Manet che come pittrice.

Donna fuori dai canoni e dagli schemi del suo tempo, seppe “vivere la sua pittura e dipingere la sua vita”, come ebbe a dire Paul Valery.

Nata a Bourges nel 1841, Berthe era figlia di un prefetto statale e della nipote del pittore Honoré Fragonard. L’arte scorreva dunque già nelle sue vene.

Nel 1851, tutta la famiglia si trasferì a Parigi, città che accese in lei l’amore per la pittura. Iniziò a prendere lezioni dal maestro Geoffrey Chocarde e, poco dopo, passò nella bottega di Joseph Guichard, pittore vicino allo stile romantico di Eugène Delacroix. Nei momenti liberi, Berthe afferrava i suoi strumenti da disegno e correva al Louvre, dove copiava le grandi opere del passato. Li conobbe, tra gli altri, Auguste Renoir ed Edgar Degas.

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“Studio”, Berthe Morisot. 1864, olio su tela.
“Studio”, 1864

Berthe, insieme alle sorelle, dipingeva nel giardino di casa e fu in quella nuova abitazione che nacquero alcune delle opere presentate al Salon des Refusés del 1865. Durante queste esposizioni incontrò per la prima volta Manet e ne nacque un sodalizio artistico ed affettivo destinato a durare diversi anni. La pittrice posò diverse volte per lui e inevitabilmente questo rapporto così stretto sfociò in un sentimento più volte confidato nelle lettere alla sorella: “Trovo in lui una personalità affascinante che mi piace infinitamente”. 

“La culla”, 1872
“La culla”, 1872

I suoi dipinti, per lo più ambientati nelle mure domestiche, raccontano un universo tipicamente femminile, fatto di donne intente a leggere un libro, sedute a conversare o amorevolmente prese dalla cura dei bambini. Colori luminosi e chiari descrivono abiti, acconciature e oggetti, mentre la luce inonda lo spazio. Il tratto è sciolto, immediato e spontaneo. Nella sua tavolozza un posto privilegiato fu riservato al bianco, talvolta arricchito da decise pennellate di colore intenso e vivace. Caratteristica del suo stile è la pennellata che va apprezzata da vicino, rispetto a quella degli altri impressionisti che produce l’effetto desiderato se osservata da lontano.

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Berthe, nella sua vita di donna e d’artista, dovette lottare contro una società che faticava ad accettare l’emancipazione femminile. La sua personale ricerca si orientò verso il tanto sospirato equilibrio tra vita familiare e vocazione artistica, e questo è evidente soprattutto in opere come Chache-Chache La culla, considerata il suo capolavoro.

“Cache cache”, 1873
“Cache cache”, 1873

Nonostante la presenza di altre donne all’interno del movimento Impressionista, Berthe si può considerare a buon diritto la capofila. Sposò il fratello di Manet, Eugène, pittore anche lui, dal quale, nel 1879, all’età di 38 anni, ebbe una figlia, Julie. La sua abitazione divenne un salotto per intellettuali ed artisti e la vicinanza al poeta Stéphane Mallarmé la portò ad effettuare indagini introspettive nei suoi personaggi. Sebbene lontana dalle questioni sociali che agitavano la vita parigina e concentrata a dipingere interni e scene domestiche, Berthe non fu mai un’artista superficiale e poco attenta alla raffigurazione dei moti dell’animo. Scrive Gustave Geffroy: “Nei quadri di Mme Berthe Morisot le forme sono sempre vaghe, ma una strana vita le anima. L’artista ha trovato il modo di fissare sulla tela i riflessi cangianti e le luminescenze che compaiono sulle cose e nell’aria che le avvolge .. il rosa, il verde pallido, la luce vagamente dorata, cantano con un’armonia indescrivibile. Nessuno ha mai rappresentato l’impressionismo con un talento più raffinato di questo e con un’autorevolezza maggiore di quella di Mme Morisot”.

“Al ballo”, 1875
“Al ballo”, 1875

Berthe Morisot morì prematuramente il 2 marzo 1895. Una polmonite non le lasciò scampo. Ebbe solo il tempo di affidare sua figlia Julie a Mallarmé e di regalare gran parte dei suoi lavori agli amici più cari. Fu sepolta nella tomba della famiglia Manet, nel cimitero di Passy. La sua lapide reca solo la scritta: “Berthe Morisot, vedova di Eugène Manet“. Nessun accenno alla sua vita d’artista, alla sua grande capacità di catturare la vita in una tela.

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