Artisti-Alchimisti: la produzione ceramica nel periodo Art Nouveau

Di Laura Corchia

Liberty, Modernismo, Jugendstil, Modern Style, Stile floreale sono solo alcuni dei molti nomi che prende, in Europa, un movimento che tra fine Ottocento e inizi Novecento trasforma e “modernizza” il gusto estetico dominante. Conosciuto in Francia e in Belgio con il nome di Art Nouveau, in Italia prevale la denominazione Liberty. Dalla grafica all’arredamento, dalla gioielleria alla ceramica, dall’industrial design all’architettura, questo stile floreale e lineare, di forte impronta decorativa, pervade anche gli oggetti di uso quotidiano, ridefinendo il “total look” della Belle Epoque.

Prendendo spesso a modello la natura, il Liberty si caratterizza per la linea fluida, avvolgente e serpentinata, per l’asimmetria delle forme e per un costante riferimento al mondo vegetale ed animale. Cigni, serpenti, farfalle invadono lo spazio figurativo, mentre glicini e tulipani sbocciano su manifesti pubblicitari, gioielli sontuosi, arredi urbani, mobili finemente intagliati e preziose ceramiche dagli smalti brillanti e di sapore orientalizzante.

Galileo Chini Arte Ceramica Vase Florence, circa 1900 Of bulbous form, with a domed cover and squat finial, painted with a continuous frieze of blue and yellow striding peacocks in a lush landscape. Height 13 inches. Sold for $9,375 (Includes Buyer's Premium) Doyle NY
Galileo Chini Arte Ceramica Vase Florence, circa 1900 Of bulbous form, with a domed cover and squat finial, painted with a continuous frieze of blue and yellow striding peacocks in a lush landscape. Height 13 inches. Sold for $9,375 (Includes Buyer’s Premium) Doyle NY

Come per la produzione del vetro, anche la ceramica poté avvantaggiarsi delle ultime scoperte della chimica, grazie alle quali furono messe a punto nuove miscele e nuove finiture. Questi manufatti si diffusero largamente nelle ricche case borghesi e, accanto ad oggetti di uso quotidiano, furono prodotti altri di elevato valore artistico.

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Tra i ceramisti attivi i questo periodo, un ruolo speciale è quello rivestito da Jean Carrìes(1855-1894).  Egli è l’inventore degli èmaux mats (smalti opachi). Fortemente ispirate alla tradizione Giapponese, le opere di Carrìes si caratterizzano per una sensualità tattile e per un gusto decorativo che prende a modello la natura circostante.

 

Non fu solo Jean Carrìes a restare ammaliato dai vasi giapponesi esposti alle Esposizioni Universali, ma numerosi altri artisti, tra i quali Auguste Delaherche (1857-1940). Egli è autore di preziose invetriature e di mirabili decori incisi a mano libera.

 

Nel 1897, venne allestita a Parigi l‘Exposition de la Céramique. Tra i tanti ceramisti presenti in mostra, venne premiato Delphin Massier, appartenente ad una importante famiglia di artigiani. I Massier, infatti, si cimentarono nella messa a punto di nuove tecniche che, attraverso l’utilizzo di smalti rubino e smalti di rame con l’aggiunta di argento, conferivano alla terracotta un aspetto madreperlaceo. Clienti celebri comeÉmile Zola, Victor Hugo e Guy de Maupassant, non mancarono di esporre nelle loro case pregiati pezzi firmati Massier.

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A distinguere il prodotto di massa da quello artistico contribuirono i mezzi pubblicitari, come cartoline, cataloghi, giornali e riviste.

>Galileo Chini (1873-1956), Glazed Decorated Ceramic Plate.
>Galileo Chini (1873-1956), Glazed Decorated Ceramic Plate.

In Italia, oltre alle maggiori manifatture ceramiche, emerge nel panorama artistico Galileo Chini(1873-1956), fondatore della manifattura Arte della Ceramica. Come marchio di fabbrica fu scelta una melagrana, accompagnata dalla sigla ADCF (Arte della Ceramica Firenze). Oltre alla melagrana, tanto amata da Gabriele D’Annunzio, un altro marchio frequente raffigura delle mani intrecciate, simbolo di fratellanza e di unione. La produzione di Chini si caratterizza per una attenzione alla tradizione precedente, ma reinterpretata in chiave modernista. Oltre agli esotici richiami giapponesi e al trionfo di elementi fitomorfi, sinuose fanciulle emergono da grovigli di piante e fiori. Agli inizi del Novecento, la fabbrica si trasferì da Firenze a Fontebuoni, per poi chiudere nel 1909 a causa di contrasti interni fra i soci.

 

Sotto gli influssi degli artisti della Secessione Viennese, i decori abbandonano parzialmente la sinuosità delle forme per abbracciare uno stile più geometrico e stilizzato. L’influsso klimtiano risulta determinante per la produzione della manifattura Amphora, tanto da spingere i ceramisti a produrre una serie denominata dei grés-bijou e conosciuta anche come la serie “stile Klimt”. I vasi presentano applicazioni di pietre colorate applicate su superfici chiare o dorate.

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La manifattura unghesere si espresse, invece, con manufatti che prendevano decisamente le distanze dalla produzione austriaca e che negli scritti di Vittorio Pica(1902) fu definita “qualche cosa di barbaricamente fastoso e lussuoso”. 

L’ungherese Vilmos Zsolnay (1840-1900) produsse veri e propri “pezzi unici”. Le sue creazioni recano effetti iridati e lucenti, sfumature metalliche e elementi floreali di gusto giapponese, persiano e ispano-moresco.

 

L’Art Nouveau, nato come espressione della nuova civiltà industriale, si pose come superamento della tradizionale distinzione tra arti considerate “maggiori” e arti che, fino a quel momento, erano state denominate “minori”. Al pari di rami appartenenti ad uno stesso albero, le diverse tecniche espressive rappresentano ciò che definiamo genericamente “arte”. Nel Liberty, siamo di fronte dunque ad un artista ceramista che si distacca dal suo ruolo di mero artigiano per divenire creatore, artefice, alchimista.

 

BIBLIOGRAFIA:

Donata Patrussi Giovanni Renzi, “Liberty. Natura e Materia”, Firenze; Milano: Giunti, 2011.

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